Il Centro agroalimentare di Bologna – CAAB ha dato la possibilità a chi sta coltivando i cento orti assegnati nel 2013 di restare ancora un anno. Poi arriverà FICO e gli ortisti, se dovranno lasciare lo spazio attuale, avranno a disposizione un altro terreno, non troppo distante da quello attuale. L’impegno da parte di Caab e del Comune c’è. E, altra novità, è in dirittura d’arrivo un accordo tra Caab e Legambiente e Slow Food Emilia Romagna per passare in gestione alle due associazioni gli orti rimasti liberi.
Duccio Caccioni, responsabile Marketing e Qualità del Caab di Bologna, ci ha aiutato a fare il punto sulla situazione dei cento orti che sono stati assegnati due anni fa a giovani under 30 e a famiglie con figli su terreno del Caab. “Questa esperienza non andrà perduta”, ci ha detto con soddisfazione.
La redazione nelle scorse settimane aveva fatto un’incursione agli orti del Caab, incontrando due ortisti che avevano segnalato problemi di furti, sia di verdure che di attrezzi. Diversi gli ortisti che hanno deciso di abbandonare per questo ma anche per soluzioni meno lontane da casa.
Sui furti Duccio Caccioni allarga le braccia, ma per gli attrezzi prospetta una soluzione
Ecco il racconto di Jonathan Mastellari, redattore di Pilastro 2016, in visita agli orti Caab:
Maria al momento del nostro arrivo è da sola e sta sistemando il suo orto di 25 metri quadri.
Ci aiuta a capire che lo spazio non ha particolari problemi e che se qualcuno ha veramente voglia di fare riesce a superare anche i piccoli problemi che ci sono, come i piccoli furti o l’abbandono da parte di altri ortisti della terra.
Alla nostra domanda sul rapporto degli ortisti con il Pilastro, Maria ci conferma che è quasi nullo, un po’ per la lontananza e un po’ per quella sorta di barriera artificiale che è il Meraville.
Dopo poco arriva Roberta, che noi senza volere interrompiamo mentre sta salutando “per l’ultima volta” il suo spazio di terra un po’ commossa. Roberta, dopo meno di un anno, ha deciso di abbandonare, per mancanza di tempo, per la lontananza (abita vicino al Sant’Orsola) ma anche per i piccoli furti. Ad aumentare le sue difficoltà, alcuni periodi di mancanza di acqua, che Duccio Caccioni ha spiegato con i cantieri di lavori per la costruzione di FICO, molto complessi.
Anche Roberta non ha avuto mai particolari rapporti con il Pilastro e stranamente, per chi invece è del Pilastro, identifica questa parte della città proprio con il Meraville.
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