Biblioteca Luigi Spina, al Pilastro. Quarto giovedì letterario, all’interno di #PrimaveraPilastro2016, dedicato a “Dino Campana, poeta fuorilegge”. A parlarne c’erano Rocco Lombardi da Marzabotto, coautore, insieme a Simone Lucciola, della graphic novel intitolata semplicemente “Campana” e Chiara Di Domenico da Roma, autrice tra l’altro della raccolta di lettere “Al diavolo con le mie gambe: lettere di un poeta guastafeste”.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento di oggi, Lino Bertone ha presentato la via Dino Campana, strada breve ma ricca di luoghi di interesse collettivo: la Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina, all’angolo con Via Casini; poi l’asilo e l’asilo nido, proprio di fianco alla Casa Protetta Virgo Fidelis: bambini alle primissime esperienze di vita affiancati ai più anziani del villaggio. Infine il Centro Diurno “I Tulipani” ed il Centro Sociale Pilastro.
Questa strada è attualmente “chiusa”, senza uscita, fisicamente bloccata dall’alto muro di recinzione che confina col retro del Meraville che volta fisicamente “le spalle” al Pilastro.
Difficile trattare solo la parte più strettamente letteraria di Campana, i suoi famosi Canti Orfici o le sue numerose corrispondenze, senza parlare delle vicende biografiche ed umane: la sua travagliata vita, il suo rapporto di incomprensione con gli altri letterati suoi contemporanei, la sua “diversità”, sbrigativamente interpretata come “problema psichiatrico” con conseguenti ricoveri in manicomio, cure traumatiche, elettroshoc…
Problemi, questi, oltremodo attuali e che, nonostante la legge Basaglia che ha chiuso i manicomi e gli indubbi cambiamenti degli ultimi 40 anni sulla concezione di disagio, malattia e cura nel settore psichiatrico, vanno sempre a stimolare le coscienze e mettono in crisi le sicurezze individuali: chi sono i matti? e i diversi? E’ lecito etichettare come psichiatrico ogni tipo di “diverso”? Quanto male possono fare anche le “cure” e i ricoveri impropri?
Intervistiamo Chiara Di Domenico, appassionata studiosa di Campana, che esprime uno stupore quasi commosso per questa iniziativa della biblioteca.
“Venendo qua, al Pilastro, sento un senso di vita vera… i ragazzini giocano a pallone nel prato antistante la biblioteca e le persone che sono venute a sentir parlare di Campana sono coinvolte dai discorsi letterari, che così escono dagli ambiti strettamente accademici e tornano verso le persone. E’ una sorta di completamento di un circolo virtuoso che va dall’autore ai testi per tornare alla gente. Partire dalla toponomastica, che al Pilastro è dedicata agli scrittori, per parlare di letteratura, è un’idea molto efficace!”
testo e foto di Ingrid Negroni
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.