Si comincia con il Teatro Comunale, Coro e Orchestra sabato 2 luglio, si chiude con il rock dei Giuda il 21. Nell’ambito di bèbolognaestate e in occasione di #PrimaveraPilastro2016, il Comune di Bologna presenta una rassegna culturale a cura di Laminarie/DOM la cupola del Pilastro, nella nuova Arena del Parco Pier Paolo Pasolini, confermando il Pilastro come una delle aree più vive e attive della città. Vocazione al contatto è una rassegna multidisciplinare che include diverse realtà della città, impegnate insieme in un progetto che continua il lavoro di Laminarie sul territorio. Abbiamo intervistato Bruna Gambarelli per conoscere meglio i contenuti della rassegna, partendo dallo spunto iniziale.
Bruna Gambarelli: lo spunto è nel titolo, cioè Vocazione al contatto. Tutta la rassegna non è pensata come una semplice concatenazione di iniziative, ma tutte le cose che saranno ospitate dall’Arena Pasolini sono frutto di un lungo lavoro di relazione con l’intenzione di connettere ciò che facciamo sul territorio in maniera molto capillare qui al Pilastro con le principali istituzioni della città, e soprattutto di connettere il pubblico del centro con il pubblico del Pilastro al fine di costruire una relazione feconda.
Redazione Pilastro 2016: Cominciamo proprio dal 2 luglio. Il concerto dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna, nel Parco Pasolini del Pilastro, nella nuova Arena…Appuntamento alle 20.
Bruna Gambarelli: Direi che è un evento unico. Non è mai successo che tutte le masse artistiche del Comunale, cioè tutto il coro e tutta l’orchestra, suonassero insieme fuori dal centro storico della città. Quindi oltre ad essere un impegno dal punto di vista organizzativo eccezionale, è una cosa straordinaria di per sé. Il programma che hanno scelto è un programma molto interessante, e la disponibilità del direttore del Teatro Comunale Fulvio Macciardi, col quale siamo in contatto da tanti anni, ci ha permesso di realizzare tutto questo.
Redazione Pilastro 2016: Poi la boxe, con tre giorni di film sul pugilato e una reunion. Perché?
Bruna Gambarelli: La boxe parte da un progetto speciale del Comune di Bologna di cui siamo stati protagonisti, “Pasolini più moderno di ogni moderno”. In quella occasione chiamammo la storica palestra di boxe del Pilastro Le Torri per realizzare una performance che includeva dei reali combattimenti di boxe insieme a delle immagini e a delle parole legate alle opere di Pasolini, con il famoso testo Alì dagli occhi azzurri.
Lì abbiamo cominciato a sviluppare un pensiero che collegava i movimenti e le movenze della boxe alla danza. Così la nobile arte è entrata nei nostri programmi come una vera e propria attività performativa. Anche in questo caso le riunioni di boxe saranno accompagnate da immagini proiettate, vogliamo inserire quest’arte all’interno di un progetto culturale.
Redazione Pilastro 2016: Il 9 luglio sarà l’Anniversario dei 50 anni del Pilastro. Che scelta avete compiuto?
Bruna Gambarelli: Per il compleanno del Pilastro abbiamo pensato che ci volesse qualcosa di forte, anche in questo caso di unico, non dico irripetibile, ma quasi. Quindi si è pensato di illuminare le quattro torri che danno sul parco Pasolini, in un’operazione di arte visuale che è molto spettacolare. Su una di queste torri verrà proiettata la storia del Pilastro, a partire dai documenti che abbiamo raccolto durante tutto il lungo periodo dell’Archivio digitale di Comunità. Sarà il momento in cui i cittadini potranno rivedere, andando a ritroso, la storia del rione.
Redazione Pilastro 2016: Veniamo a Midollo, il 14 e 15 luglio. E’ anche l’opportunità per raccontarci qualcosa della vostra nuova sede…
Bruna Gambarelli: Adesso lavoriamo all’interno di una delle salette poste al piano terra del Virgolone, grazie alla concessione di un gruppo di condomini. In particolare siamo al 27. Il nostro ufficio è qui; abiteremo qui dalle 9 del mattino alle 9 di sera tutti i giorni per tutta la rassegna, fino al 22 luglio.
Lo spettacolo Midollo è dedicato a questo edificio, edificio simbolo del Pilastro, che noi interpretiamo come una vera e propria colonna vertebrale all’interno della quale vive un midollo che sono appunto le storie, i pensieri, le parole degli abitanti, cioè coloro che danno vita, che rendono mobile questo edificio di cemento. Per far questo era necessario cambiare residenza. Adesso siamo qui e quindi conosciamo le persone, parliamo con loro. E’ un edificio con 552 appartamenti e quindi una realtà simile ad un paese, un rione dentro il rione. Da qui si svilupperà lo spettacolo, a prenotazione obbligatoria, gratuito. Quattro guide condurranno quattro gruppi all’interno delle salette, ma anche del primo piano, lungo il portico e in parte nel parco, negli orti. Uno spettacolo itinerante per tutta la lunghezza del Virgolone, fino a raggiungere l’Arena
Redazione Pilastro 2016: Vocazione al contatto chiuderà con il concerto dei Giuda, il 21 luglio…
Bruna Gambarelli: E’ una collaborazione che abbiamo attivato con il Covo, che quest’anno ha deciso di trasferire la sua attività estiva in San Donato. Ne siamo molto contenti, ci sentiamo meno soli in qualche modo: altri operatori culturali investono sulla periferia. Lavorare in periferia è durissimo e richiede una fatica doppia, tripla rispetto a lavorare in centro, farlo da soli è ancora più faticoso.
Abbiamo scelto i Giuda, gruppo romano, perché si sono formati nelle periferie.
Redazione Pilastro 2016: Una domanda sul pubblico, sui pubblici che vi aspettate. Sono scelte molto diverse. Sono serate molto diverse…
Bruna Gambarelli: mi auguro che succeda quello che è successo per il Dom. Che avere la capacità e il desiderio di proporre iniziative di diverso tipo, determini un mescolamento di pubblico. Che quindi ci sia un pubblico per il Teatro Comunale, che poi è anche un pubblico per la boxe, ed è anche un pubblico per il cinema e per lo spettacolo itinerante. Questo pubblico, speriamo, si mescolerà. Forse non per questa edizione, ma per le future, se ci saranno, ci sarà un bacino di persone che ha conosciuto un luogo che prima non c’era: l’Arena Pasolini, che come il Dom prima non c’era. E’ un altro atto pionieristico. Vediamo se il metodo che abbiamo applicato al Dom per un piccolo spazio, può essere efficace per uno spazio così grande.
intervista di Claudia Boattini
foto di Mario Carlini, courtesy DOM la Cupola del Pilastro
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