Da Chernobyl a San Donato

cernobyl

Eccoli qua, anche quest’anno, timidi e  rumorosi come tutti i bambini di 10 anni, nella sala di attesa dell’ambulatorio di Granarolo che aspettano la loro  visita.

Hanno volato per molte ore, percorso più di 1500 km per arrivare fino a qua; vengono dalla zona di Chernobil, dove sono nati e vivono. Quando, esattamente 30 anni fa, successe quel disastro epocale che fu lo scoppio della centrale nucleare, probabilmente non erano ancora nati neanche i loro genitori.

Eppure, per quanto ci sembri terribile, le radiazioni e gli effetti di quello scoppio fanno ancora danni e influiscono significativamente sulla salute, in primis dei bambini, aumentando il rischio di alcune malattie.

Sono 22 e resteranno per tutto il mese di luglio  in Italia, ospiti di famiglie di San Donato, Granarolo e Castenaso  che li accolgono, impegnandosi a fornire loro una condizione di benessere e serenità psicologica. Inoltre frequentano i Centri Estivi, con accesso gratuito fornito dalle Amministrazioni Comunali, per le attività ludico-ricreatice coi coetanei locali.

Parlo con un volontario della preziosa ed attiva Associazione del gruppo  Gruppo Granarolo-Castenaso per Chernobyl.

Redazione Pilastro 2016: Quale è lo scopo della vostra associazione?
Volontario: L’ Associazione è  nata nel dicembre 1999 grazie alla volontà di un gruppo di genitori ; ha lo scopo di dare accoglienza, presso le famiglie del territorio, ai bambini nati dopo il disastro di Chernobyl. Più specificamente l’obiettivo di questi soggiorni è quello di migliorare le condizioni di salute dei bambini ospitati.

Redazione Pilastro 2016: Riuscite a perseguire il vostro obiettivo con continuità? Volontario: Sì, sono ormai molti anni che organizziamo questi soggiorni, garantendo ogni anno almeno una ventina di accoglienze. Considerate però che vi sono molte associazioni simili alla nostra diffuse sul territorio, per cui il numero di bambini che arrivano da Chernobil per i soggiorni mensili è molto più elevato!

Redazione Pilastro 2016: Questi soggiorni fanno bene alla salute dei bambini? Volontario: Sì, “cambiare” aria ed alimentazione ha effettivamente un impatto positivo sulla salute. Inoltre, se necessario, vengono fatte visite e controlli sanitari personalizzati. Questi bambini in generale  non sono malati, ma più a rischio di determinate patologie, per cui un miglioramento del benessere psico-fisico generale costituisce un rafforzamento valido.

Redazione Pilastro 2016: Come scegliete le famiglie che accolgono i bambini? E i bambini?
Volontario: I bambini che vengono qui vivono o in orfanatrofi o sono componenti di famiglie disagiate. Le famiglie si offrono volontariamente: ogni nucleo familiare o singola persona può offrirsi per ospitare uno o più bambini. Poi si fanno delle verifiche e dei colloqui per garantire la affidabilità e idoneità per tale accoglienza e per informare-supportare gli ospitanti.
Vorrei però sottolineare che prendersi in casa uno di questi bambini è in molti casi  un’esperienza arricchente reciprocamente; si creano contatti e relazioni che in alcuni casi durano negli anni. I primi bambini che accogliemmo ora sono adulti, alcuni sono sposati.

La foto è un’immagine della festa Porte Aperte del Cantiere di Comunità del Pilastro.

di Ingrid Negroni

 

 

 

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