Durante la seconda settimana di agosto qualcuno ha colpito, probabilmente con un sasso, cinque delle sei ceramiche celebrative poste sul bordo del palco dell’Arena Pier Paolo Pasolini.
La nostra redattrice Lorenza Zullo ha immaginato di ascoltare la voce dell’Arena.
“Non so con precisione quando, ma mi hai colpita. Ti sei nascosto e mi hai sferrato un colpo. Al volto. Violento. Sapevi che non potevo difendermi. Sapevi che mi avresti lasciata senza fiato. Non so perché, ma mi hai colpita. Sento ancora il sordo tonfo del sasso che mi ha ferita. Una, due, tre volte. Non ricordo quante. Non è importante. Forse per te sì. Tu, di cui non conosco il nome. Quanto ti ha insuperbito la risata sguaiata degli amici? Quanto ti ha inebriato la scarica di adrenalina? Un solo breve, inutile istante. Non so perché, ma mi hai colpita. Attonita, osservo i miei cocci. Che sono anche i tuoi. Perché ti sei ferito anche tu, con quel sasso. Perché queste mie ferite diventeranno le tue cicatrici. Perché io sono anche tua.
La tua Arena. E stasera ho pianto per te.”
Testo di Lorenza Zullo
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