Un casale per il Distretto Pilastro Nord Est

casale via Fantoni

Due delle nostre redattrici sono andate nella seconda settimana di agosto a visitare il casale di Via Fantoni 47, uno degli spazi che insieme ai due negozi Acer di Via D’Annunzio saranno gestiti dalla futura Cooperativa di Comunità. Ecco il loro racconto:

interno casale via Fantoni

Il casale, facilmente raggiungibile percorrendo la strada che passa dietro al Meraville, si trova in uno dei tanti fazzoletti di terra che fanno di questa area nord est di Bologna un alternarsi continuo di città e campagna. Dopo un recente passato piuttosto burrascoso, è stato recuperato nel 2015 dal Comune di Bologna e si trova ora in una condizione di notevole degrado ed incuria.

esterno casale

I primi lavori di sgombero sono stati affidati all’Associazione di Comunità, che nei prossimi mesi evolverà in una Cooperativa di Comunità, sul modello di altre esperienze, sviluppate però fino ad ora in piccoli comuni come per esempio quello di Melpignano (LE), in Puglia. Da circa 3 mesi i ragazzi di Mastro Pilastro, oltre ad alcuni volontari, si sono rimboccati letteralmente le maniche ed hanno realizzato una prima ripulitura e bonifica di questo stabile e dell’aia circostante.

Il casale si trova dietro il CAAB, in una posizione strategicamente importante in previsione del progetto FICO. Partendo dal Pilastro si raggiunge in cinque minuti di auto. Scendiamo dalla macchina: lo spazio per parcheggiare è allo stato attuale limitato perché parte dell’aia è ancora coperta da erba e rami, ma si recupererà davvero tanto spazio…
Federica Gazzoli (della Coop Camelot) e Tiziana Zullo (Presidente di Mastro Pilastro), ci guidano nella visita. Nello spiazzo antistante c’è un forno, adattissimo per barbecue o “pizzate” in compagnia… Certo, sarebbe bello e forse non impossibile realizzare una prima festa settembrina in cui “far conoscere” questo luogo, così com’è, ai cittadini curiosi ed interessati.

La tenuta annessa al casale è una vera sorpresa: il terreno è tutto ricoperto di girasoli… non se ne scorge la fine ed è circondato da alberi, tra cui meli e fichi, e piante molto alte. Torniamo al casale: la struttura apparentemente è solida, su due livelli. Al piano terra c’è una enorme cucina con un caminetto di misure notevoli; al primo piano, raggiungibile con una scala in muratura, si susseguono quattro stanze e due bagni. Di fianco all’abitazione c’è una stalla, originale dell’Ottocento, anche questa molto grande. Contando gli stalli e le mangiatoie, potrebbe contenere almeno 15 animali.  Infine un terzo edificio, a sinistra della stalla, che probabilmente serviva da “officina”, a giudicare dagli arredi ancora presenti e dal grande bancone di lavoro. Insomma, lo spazio non manca, sia all’aperto che al chiuso.

E il futuro…

Alla fine di questa visita tante sono le emozioni e le fantasie della mente… dopo le dovute bonifiche e pulizie potrebbe uscirne davvero un gioiellino, ci sono spazi in abbondanza. Cosa se ne potrebbe ricavare: un agriturismo? Un luogo dove produrre e scambiare prodotti del territorio? Un centro culturale dove organizzare feste e ritrovi?…Tante sono le possibilità.
I lavori da fare sono ancora molti e richiederanno tempo e molto denaro. camino casale esterno

Il Comune di Bologna sta lavorando per cercare finanziamenti attraverso due bandi nazionali per la riqualificazione delle periferie.

Per quanto riguarda la gestione del terreno, sei ettari, è previsto che venga recuperata la sua funzione agricola, nella speranza che questa attività possa diventare fonte di lavoro e di reddito. Il progetto si sta mettendo a punto insieme a CAAB e Dipartimento di Agraria – Università di Bologna (entrambi soci dell’Agenzia di Sviluppo Pilastro Nord Est).

la visita al casale

A lavori ultimati  questo luogo sarà un valore, una risorsa per la Comunità degli abitanti del Distretto Pilastro Nord Est. Per questo, chiunque senta il desiderio di collaborare o anche solo di visitarlo per dare idee e suggerimenti con la propria competenza e sensibilità, può rivolgersi a Mastro Pilastro (tel. 370 336 9974).

di Chloy Vlamidis e Ingrid Negroni, foto di Lino Bertone