La chiesa è piena. Persone già in piedi, quando, alle 11 puntuale, termina il coro di Natale e inizia la messa.
Fuori una giornata di sole, fredda ma non troppo.Tanti carabinieri in alta uniforme, tante autorità, l’Assessore Riccardo Malagoli e sindaci con la fascia tricolore e il gonfalone, il Cardinale Zuppi con il parroco e i chierichetti nella piccola processione che, al termine della Messa, ha accompagnato i famigliari delle vittime al cippo che ricorda i tre carabinieri uccisi, mentre il suono delle campane di mezzogiorno riempie l’aria.
Sono andata con il mio nipotino alla commemorazione per cercare di trasferire la memoria di quel terribile lutto, come altri cittadini del Pilastro che in quel lontano gennaio di 26 anni fa, vissero quei giorni di paura e preoccupazioni. Raccontare la Uno bianca ad un bimbo di cinque anni non è facile: la tromba che suona il “Silenzio”, l’attenzione composta e commossa dei presenti, le corone ed i fiori lasciati sul cippo da una mamma e da un’altra parente sono, forse, riusciti a comunicargli una memoria che non voglio che si perda. Continua a leggere
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