Segnali di vita

cartello di divieto con figura umana e albero

Forse girando per il Pilastro vi sarà capitato di vedere alcuni cartelli non propriamente “convenzionali” ma con un aspetto che si potrebbe definire “sociale”.

Frutto del lavoro artistico di Anna Ferraro, il progetto “Segnali di vita “ commissionato nel 2008 da Milli Romano e Gino Giannuzzi all’interno del progetto più ampio chiamato “CONTAINER – LABORATORIO OSSERVATORIO MOBILE ARTE PUBBLICA” ha coinvolto tutto il Quartiere San Donato. Come ci dice Anna Ferraro: “Il progetto Segnali di vita  fa parte di un percorso di arte pubblica e di arte relazionale, due tipologie di espressione artistica ancora poco diffuse in Italia, ma presenti soprattutto nel Nord Europa che hanno come obiettivo proprio la partecipazione dei cittadini e delle cittadine.”

Questi cartelli a distanza di quasi 10 anni sono ancora intatti, rimasti a testimonianza del progetto ma anche come singolare e particolare arredo urbano che in qualche modo racconta le peculiarità sociali del Pilastro.

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Santa Caterina compie cinquant’anni

Parrocchia Santa Caterina

“Lo sa che quest’anno anche la nostra Parrocchia di Santa Caterina da Bologna festeggerà i suoi cinquant’anni? Esattamente il 1° di novembre ”.  Inizia così il nostro colloquio con Don Marco, arrivato al Pilastro il 7 dicembre 2002.  “La Parrocchia all’inizio era un semplice prefabbricato e lo rimase per molti anni, fino al 1984. Fu affidata, dal Cardinal Lercaro, a Don Emilio Sarti. Dal 2012 conserviamo all’interno del cortile di comunità, un bel bassorilievo in terracotta policroma che lo ritrae. Osservandolo, le nuove generazioni possono così conoscere chi ha sposato i loro genitori, chi li ha battezzati, possono apprendere una parte della storia della loro comunità, storia di vita che continua a procedere”.

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La storia del Circolo La Fattoria attraverso la memoria di Oscar De Pauli

Oscar De Paoli

«Ecologia, Poesia, Tango: queste le tre eccellenze consolidate del Circolo Arci La Fattoria. Avevamo una visione ….. profetica, ….. scusate l’immodestia». Così commenta il proprio racconto Oscar De Pauli, primo Presidente dello storico Circolo  del Pilastro e ancora oggi volontario a tempo pieno. Raccontando i primi passi di una realtà ancora attiva, in cui i corsi (eccellenze di allora) sono eccellenze ancora oggi.

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“Questa è la storia di uno di noi…….


Foto 1 Rosalba 1_1…anche lui nato per caso in via Gluck”. Così cantava Adriano Celentano e siamo, guarda caso, nel 1966, anno di inaugurazione del Pilastro. Com’era il Pilastro, prima che costruissero le case che ci sono ora? Era sostanzialmente campagna. Una campagna viva ed attiva, campi coltivati e stalle e fienili accanto ad ogni casa, pollai ed oche: insomma, la campagna emiliana.

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AAA. Cercansi volontari per l’archivio del Pilastro

ballerine al PilastroSono molti i materiali già raccolti per costruire l’archivio di comunità del Pilastro. Il Cantiere Narrazione del progetto Pilastro 2016 rivolge un doppio appello alla cittadinanza, da una parte per trovare tre volontari che selezionino e diano ordine ai materiali già raccolti, dall’altra perché i singoli cittadini contribuiscano all’archivio con nuovi materiali, come fotografie, video, articoli di giornale. Continua a leggere

Il Circolo La Fattoria: il ricambio generazionale è cominciato

Simone Spataro

Il Circolo La Fattoria ha 36 anni di storia alle spalle: un luogo di aggregazione nato dalla volontà di persone che volevano fare qualcosa per il Pilastro, che amavano e amano, e che nei duri anni passati sono stati capaci di svolgere un ruolo di vero e proprio presidio sociale. Ma ora lo sguardo è al futuro: diverso il compito da svolgere, diverse le generazioni in gioco, diverso il modo di concepire e vivere il volontariato. Abbiamo incontrato il nuovo presidente, Simone Spataro.

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Perchè il Pilastro si chiama così?

Madonna del Pilastro

Se oggi diciamo “pilastrini”, la maggior parte di noi, dalle parti di Bologna,  penserà subito agli abitanti del Pilastro. Ma il Pilastro si chiama così proprio perchè è cresciuto in fondo ad una via che aveva, appunto, un pilastrino, all’angolo con  via San Donato. C’è ancora, anche se non è più l’originale, con intorno il classico arbusto di rose.

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