Laboratorio di Parole: intervista a Oscar De Pauli

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Com’è nato il laboratorio di Parole?

Nel 1992 l’Università per anziani Primo Levi organizzava dei corsi per il tempo libero degli anziani ed era alla ricerca di una sede dove poterli organizzare,  uno di questi corsi si chiamava “Leggere e scrivere poesia” e il Circolo la Fattoria mise a disposizione della Primo Levi il suo salone.  Io per ragioni organizzative assistetti alle prime lezioni e mi appassionai, perché quando ero bambino mia madre mi incoraggiava a imparare poesie a memoria e mi piacevano molto  anche la grafica e l’impaginazione  delle poesie. Così decisi di partecipare a questo corso che era tenuto dal Professor  Guido Armellini, insegnante delle scuole superiori  che nutriva  grande passione per la letteratura, la poesia e l’insegnamento. Ci trasmise così tanto la sua passione che quando il suo corso finì dopo 2 anni, alcuni di noi decisero di continuare autogestendosi. Uno di questi allievi gestiva l’Osteria del Montesino, in via del Pratello e propose di continuare lì gli incontri ogni lunedì, giorno di chiusura dell’Osteria. Così in quella sede continuammo a trovarci per qualche altro anno. Poi per ragioni personali, l’osteria non fu più disponibile, così ci trasferimmo prima alla Fattoria Urbana e poi al Circolo la Fattoria e da allora non abbiamo più smesso di trovarci, da metà settembre a fine maggio.

I partecipanti chi erano e chi sono?

In prevalenza erano donne, molti erano pensionati ma c’era anche chi lavorava e coltivava nel tempo libero questa passione.  E così è tuttora, del Pilastro c’è sempre stata poca gente forse perché la poesia è un genere di nicchia ed ha un aspetto molto personale e individuale,  che può fare a meno di momenti aggregativi. Comunque abbiamo sempre  fatto numerose iniziative e recital pubblici al Pilastro: al teatro, parco Arboreto, alle feste de L’Unità…  Per il Pilastro è un punto di vanto, perché questo gruppo ha sempre contribuito a cancellare quella fama poco lusinghiera, di zona violenta e degradata, che lo ha caratterizzato in passato. Le persone che frequentano il gruppo  vengono tutte da altre parti di Bologna e dalla provincia e hanno visto che il Pilastro è un luogo dignitoso, curato non degradato. Siamo tra i 40 e i 50 iscritti e la media di frequenza ogni  giovedì è di 22 persone, non siamo mai scesi sotto i 12. Ma quello che conta è la socialità, il rapporto umano che si è creato fra questa persone, la confidenza e la complicità perché facendo poesia e leggendo i testi che ognuno di noi scrive, mette dentro i propri sentimenti e le proprie ansie …. Ci conosciamo a fondo è quasi un rapporto tra anime.

Come sono organizzati gli incontri?

Una volta al mese, di solito il primo giovedì, c’è un professore che presiede gli incontri; da un paio di anni abbiamo una collaborazione col Prof. Cascone.  Gli altri giovedì i primi 10 minuti si parla di questioni organizzative: pubblicazioni, eventi,  recital ecc poi si comincia il giro di letture, dove ciascuno legge una sua poesie e se vuole spiega come è nata, poi gli altri esprimono il loro parere e si aprono dei dibattiti.

 

Quali pubblicazioni avete come Laboratorio di Parole?

Pubblichiamo la rivista Parole che è un bimestrale in abbonamento e diamo alcune copie in omaggio alla biblioteca e durante i nostri eventi. Adesso stiamo ragionando di potenziare la redazione e la diffusione senza pretese letterarie. Curiamo diverse rubriche come il “Poeta del mese”, dove presentiamo un’ autore noto e prendiamo spunto da qualche sua poesia per un incipit, al quale ci ispiriamo per scrivere dei versi. Abbiamo anche una pagina di giochi e indovinelli di parole, dedicata a Sandro Sermenghi,  uno dei fondatori del Laboratorio di Parole che è stato anche un grande personaggio della poesia dialettale. L’ anno scorso abbiamo pubblicato anche “Un omaggio al Pilastro“, una raccolta di poesie dedicate al Pilastro per il suo 50° anniversario.

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Quest’anno il  Laboratorio di Poesia compie 25 anni, come pensavate di celebrarli?

Vorremmo fare un’iniziativa attorno ad aprile o maggio che possa raccogliere e richiamare tanti appassionati di poesia, sia  persone che associazioni, con cui abbiamo avuto rapporti. Abbiamo contatti con gruppi e associazioni in Sicilia, Abruzzo, Toscana, Veneto e Germania  e con loro abbiamo fatto molte iniziative. Li abbiamo ospitati a Bologna e siamo stati loro ospiti. Ad esempio una decina di anni fa abbiamo fatto un grande  evento culturale in costume medioevale, a cui hanno collaborato tante associazioni con recita in Piazza Santo Stefano e sfilata fino alla Cappella Farnese.

Ha partecipato o vinto a qualche concorso letterario?

No non ho molto tempo per partecipare ai concorsi, l’unico a cui ho partecipato è stato un concorso che aveva come tema i vini.

Alla fine dell’intervista Oscar De Pauli ci legge alcune sue poesie ed esercitazioni, ne ha scritte tante dal sapore e dai contenuti molto diversi.

Per ora vi lasciamo con questa intitolata “La Notte, il sogno” un poesia che ha scritto dopo aver sognato un grande cavallo che mangiava libri in Via Indipendenza.

 

La notte, il sogno

Non ci sono, non ci sono per nessuno
sono ancora altrove su un tiepido piano
steso su un fianco, e molto lontano.
Sono qui per ritrovare
un cavallo tronfio con cui parlare.
È alto e bello con il lungo collo
non mangia fieno ma a milioni
fogli antichi e sconosciuti tomi

anche Dante rilegato in pergamena
gli è gradito per una sfarzosa cena.

Che Narciso quel cavallo strano!

lì nella notte a trottar disteso
nei tempi passati e negli incerti domani

sui luoghi vicini e su quelli lontani.

 

Oscar De Pauli

 

 

 Intervista a cura di Barbara Caporicci e Chloy Vlamidis